lunedì 31 dicembre 2012

Buon anno



Oggi era una bella giornata in tutta Italia e anche a La Maddalena il tempo era splendido. Così ho deciso di fare l’ultima nuotata del 2012.
Sono stato in mare 40 minuti percorrendo circa un chilometro. Ma la cosa più interessante è stata, dopo un quarto d’ora, iniziare ad usare anche le gambe. E nuotare a rana. E muovere braccia e gambe senza alcuna difficoltà. Oggi ho potuto recuperare alcuni movimenti che temevo di aver perso definitivamente.
Negli ultimi mesi, infatti, ho continuato a nuotare con regolarità ottenendo sempre un discreto beneficio nella mezz’ora successiva al nuoto. Ma alcuni movimenti sembravano irrimediabilmente persi. La mia sclerosi multipla sta progredendo, la disabilità peggiora inesorabilmente e mi fa pensare che, nonostante la riabilitazione e le cure sintomatiche e di controllo, la degenerazione proceda senza sosta.
Oggi, con mio grande stupore, ho ripreso il controllo di alcune funzioni che non “rivedevo” da un po’ di tempo.
Ciò mi ha scatenato due emozioni contrastanti: da un lato eccitazione per la dimostrazione che vi sono delle capacità residue che possono essere reclutate e sono in grado di ripristinare diverse funzioni, a cominciare dalla deambulazione (dopo il nuoto ho camminato per 20 minuti…). Dall’altro lato avvilimento e frustrazione poiché da più di due anni continuo a sperimentare la stessa cosa e a raccontarla a medici e ricercatori ma non ottengo, se non in poche lodevoli eccezioni, l’attenzione che ritengo debba avere un fenomeno simile.
Stasera ho deciso di lasciar vincere il primo sentimento. Voglio augurarvi e augurarmi un nuovo anno capace di rompere l’apatia della ricerca. Mi auguro di trovare sempre più medici capaci di incuriosirsi di fronte a una novità che può cambiare la qualità della vita di molte persone. Stasera voglio pensare solo a chi mi ha capito, chi ha capito la differenza tra camminare e non camminare, chi ha capito che un’idea o un’intuizione non vanno buttate via ma vanno coltivate, approfondite, verificate e sviluppate.
Vorrei che il prossimo anno anziché poche eccezioni, fossero più numerosi i professionisti disposti a impiegare il proprio tempo e le proprie competenze nel tentativo di capire cosa mi succede e cosa succede a tutti i miei colleghi “nuotatori per necessità”.
So che ci sono tanti professionisti brillanti e responsabili, capaci di andare oltre i protocolli  farmacologici standardizzati, che possono dare il loro contributo alla comprensione di quanto accade.
Io continuerò a nuotare e a cercare una spiegazione a quanto mi accade. Continuerò perché non posso fermarmi. Continuerò perché non posso fare altrimenti.
Buon anno.
Antonello



Spero che chi legge voglia farmi gli auguri dando diffusione alla mia esperienza.


English Version



Today it was a good day in Italy and in La Maddalena too: the weather was beautiful. So I decided to have my last swim of the year 2012.
I swam about 40 minutes for 1 km circa. But the more interesting thing was, after a quarter of an hour, start using my legs.
And swimming breaststroke. And moving my arms and my legs without any difficulty.
Today I was able to recover some of the movements that I was afraid of losing permanently.
Last months I conitnued to swim regularly  always getting a small benefit for the next half hour swimming. But some of the movements seemed hopelessly lost.
My sclerosis multlipa is progressing, my disability is getting worse and makes me think that, despite the rehabilitation and symptomatic and control treatments, degeneration proceeds unabated.
Today, I regained the control of some functions that I had not seen for a long time.
This got me sparked two conflicting emotions: on the one hand, excitation for the demonstration that there are residual capacities that  can be recruited and are able to recover several functions, starting with walking (after swimming I walked for 20 minutes …). On the other hand desperation and frustration, because for more than two years  I continue to experiment the same thing and tell it to the doctors and researchers, but I do not get, if not a few honorable exceptions, the attention that I think should have a similar phenomenon.
Tonight I decided to let the first feeling win. Iwant to wish you and me, a year able to break the apathy of the research.
I hope to find more and more doctors able to be curious in the face of news that can change the quality of life of many people.
Tonight I want to think only those who understood me, who understood the difference between walking and not walking, those who understood that an idea or an intuition should not be thrown away, but should be coltivated, fostered in-depth, tested and developed.
I wish that next year were more professionals willing to invest their time and their expertises in an effort to understand what is happening to me and what happens to all my colleagues "swimmers for necessity."
I know there are many brilliant professionals able to go beyond the standard drug protocols, who can make their contribution to the understanding of what is happening.
I will continue to swimming and to seeking an explication for what happens to me. I will continue because I can not stop. I will continue because I can not do otherwise.


Happy new year.

Antonello.

I hope that the reader wants to greet me diffusing my experience.
 
 

sabato 29 settembre 2012

Continua a nuotare

A questo link la puntata dedicata alla mia storia da "Voi siete qui", Su Radio 24 venerdì 28 settembre.
Per chi l'ha persa e chi volesse riascoltarla.

Voi siete qui - Continua a nuotare Radio24

giovedì 27 settembre 2012

UDITE UDITE!

Venerdì 28 settembre alle ore 16 su Radio 24, Matteo Caccia racconta la mia storia: il mare, il nuoto, la malattia… La sua trasmissione si intitola «Voi siete qui». Non amo mettere in piazza la mia vita ma mi auguro che in questo modo qualcuno –finalmente- mi ascolti e provi ad approfondire i motivi che, dopo una nuotata, mi portano a sperimentare un clamoroso beneficio delle mie condizioni. Perché  fra non camminare e camminare fa una bella differenza. Vi ringrazio per la diffusione che vorrete dare al mio messaggio.

sabato 26 maggio 2012

Nuotare e tornare a camminare

E' un po' che non scrivo sul blog, ma non ho smesso di nuotare né, tantomeno, di credere nell'importanza della "sperimentazione" che propongo. Per tutto l'inverno e inizio primavera ho continuato ad avere il solito beneficio clamoroso dopo le mie nuotate. Ricominciare a camminare e riprendere il controllo del proprio corpo dopo anni di difficoltà estrema è un'esperienza incredibile. Mi auguro che, con l'arrivo della buona stagione, più persone si sentano invogliate a provare lo stesso esperimento e che alla mia si possano aggiungere altre esperienze analoghe. A breve potrò postare altre immagini delle prove più recenti. Chiedo a tutti coloro che leggeranno di dare massima visibilità alla mia testimonianza, al fine di trovare finalmente un gruppo di ricerca che approfondisca questo fenomeno.
E' troppo clamoroso il beneficio per abbandonare l'idea di cercare il modo di renderlo stabile e duraturo.

sabato 17 marzo 2012

15 marzo: video del "miracolo"

La cosa più estenuante per me sta diventando vivere questa malattia sperimentando la sua soluzione e vedendola poi svanire dopo mezz'ora o poco più.
Sperimentare la regressione rinvigorisce la speranza in un futuro più lieve.
Ma vederla andare via...



martedì 13 marzo 2012

13 marzo 2012. Nuovo "miracolo". Once again.

H 12.00
acqua di mare 14°
temp. esterna, al sole, circa22°
30' di nuoto
35' di cammino a passo svelto, con scalini e intoppi vari.
Niente di strano, se non fosse che normalmente cammino molto lentamente e con due appoggi. E salire un gradino è un'impresa...

Al prossimo esperimento.
a.t.

venerdì 24 febbraio 2012

Il parere di un chirurgo vascolare_The point of view of a vascular surgeon.

Di seguito riporto il parere di un medico, un chirurgo vascolare, al quale ho sottoposto il mio “caso”. Ritengo che abbia formulato un’ipotesi “dignitosa” e molto misurata che meriterebbe di essere approfondita. Finalmente qualcuno mi risponde!!

«Buongiorno Antonello, ho pensato un poco e le comunico in breve quelle che sono le mie deduzioni, semplicemente basate sulla logica e sui criteri di esclusione; ovviamente ogni teoria va dimostrata in ben altro modo.
Inoltre i pensieri da me espressi si vogliono associare volutamente alla teoria della ccsvi con la quale abbiamo una certa dimestichezza, ma non si deve ciecamente voler riportare, ad ogni costo, eventi e fatti solo alla nostra modesta conoscenza.
Iniziando, il ritorno venoso in genere, è alimentato da quattro principali fattori che variano parecchio a seconda dei distretti corporei in cui ci si trova, questi fattori sono 1) la vis a tergo data dall'azione della pompa cardiaca, 2) la pressione negativa intratoracica dovuta agli atti respiratori ,3)  la presenza della pompa muscolare e 4) la forza di gravità.
Nel caso particolare del circolo venoso intracranico e cerebrospinale in genere, le forze si riducono a tre, venendo meno l'azione della pompa muscolare a questo livello, e se vogliamo la forza di gravità svolge il suo regolare dovere in quanto le prove da noi eseguite sono in stazione eretta.
Ordunque, rimangono solo due variabili su cui attestare la nostra attenzione: 1) la pompa cardiaca e 2) la pressione negativa intratoracica.
Sono queste due variabili che nell'esercizio fisico cambiano, nel nostro caso con un aumento della frequenza cardiaca e degli atti respiratori.
L'aumento della frequenza associata ad un inotropismo positivo concomitante fa si che aumenti la vis a tergo dal torrente arterioso al  torrente venoso.
L'aumento della frequenza degli atti respiratori e la loro "profondità" fa si che si incrementi notevolmente il ritorno venoso in atrio destro.
In definitiva ciò si traduce semplicemente in un aumento deflusso venoso dal torrente cerebrospinale verso il cuore sia che questo avvenga attraverso vene di regolare calibro che attraverso vene di calibro ristretto un po' come succede idraulicamente in tubi normali o di lume ristretto, aumentando la pressione positiva "a monte" o aumentando la pressione negativa  "a valle".
Ciò provoca a livello del parenchima cerebrospinale una diminuzione momentanea dell'edema perilesionale o interlesionale in modo momentaneo come invece una pta lo provoca in modo duraturo e uno stent (adeguato) lo provocherebbe in modo stabile.
Da ciò deriva nel nostro caso una momentanea risoluzione dei sintomi, nel caso della pta, una più duratura risoluzione e nel caso di uno stent (adeguato) una stabile risoluzione della sintomatologia.
Il freddo è un fattore secondario che potrebbe agire aumentando il ritorno venoso per vasocostrizione periferica, ma ha un importanza percentuale da definire...
Queste sono solo teorie basate sulle impressioni; però potrebbero essere un inizio da confermare o sconfessare... non dimentichiamo che potrebbe entrare in gioco una teoria bioumorale completamente svincolata dal nostro pensato e ciò che ho scritto potrebbe essere solo, come spesso accade, dato dal fatto che alcune volte ci si innamora del proprio "figlio" e non si guarda più lontano...
A qualcun altro l'onere di continuare....

Con simpatia ti saluto, Franco»

English version
Following is the point of view of a doctor, vascular surgeon, who has been exposed to my ‘case’. I value he has formulated a ‘dignified’ hypothesis and a very measured one too which deserves being looked into. Finally someone replies to me!!

«Good morning Antonello, I had time to think and will briefly summarize what my deductions are, simply based on logic and exclusion criteria; obviously every theory must be demonstrated well in other ways.
Moreover, my thoughts want to be purposely associated to the CCSVI theory of which we have extensive knowledge, they should only be associated with events relative our modest experience.
To begin with, the vascular return is, generally, alimented by four principal factors that highly vary depending on body areas that are considered. These factors are
1)    the force driving the venous return of peripheral blood given by the cardiac pump
2)    the thorax negative pressure given by the respiratory actions
3)    the presence of the muscular pump
4)    the force of gravity

In the particular case of cerebro-spinal and inter-cranium vein circulation, in general, the forces are reduced to 3. This excludes the muscular pump at this level. The force of gravity performs its regular action as our trials are performed in an erect posture.

At this point, there are only 2 variables left to which we must pay attention:
1)    the cardiac pump
2)    the negative inter-thorax pressure

These 2 variables are the ones that change in the physical exercise, and in our case, with an increase of cardiac frequency during breathing.
The increase in frequency associated to concomitant positive inotropism makes it possible for increase in the force driving the venous return of peripheral blood given by the cardiac pump from the artery torrent to the vein torrent.
The increase of the frequency during breathing and their ‘depth’ influence the significant increase of vein return in the right ventricle.
In simple terms, this translates in an increase in vein reflux from the cerebrum-spinal torrent towards the heart, both if this happens through regular calibre veins and if this happens with restricted calibre veins, similarly as it happens with hyraulic pumps with tight diameter – by increasing the positive pressure at the highest point or increasing the negative pressure at the lowest point.
At the cerebral-spinal parenchyma level, this causes a momentary reduction of the perilesional or interlesional endema in a momentary way, conversely as a PTA causes it in a lasting way and a stent (the correct one) would cause it in a steady way.

From this derives, in our case, a momentary resolution of the symptoms, in the PTA case, a more lasting resolution and in the case of the stent (the correct one) a steady resolution of the symptom.
The cold temperature is a secondary case which could act by increasing the vein return by peripheral vascular restriction, but has a percentage of importance which must be evaluated..
These are only theories based on impressions; but they could be the start to confirm or not.. lets not forget that we could be playing with a bioumoral theory which is completely disconnected form what we considered above and what I have written could only be, as it often happens, given by the fact that sometimes one falls in love with one’s son and one doesn’t want to look further…
To someone else the responsibility to continue on the topic…

With warmth, Franco»

giovedì 2 febbraio 2012

Aiutiamo i nostri Sogni Coraggiosi - Brave Dreams 45597-Eng. version

Dal 1 al 15 febbraio sarà possibile contribuire alla raccolta fondi per il progetto di ricerca BRAVE DREAMS inviando un sms o una chiamata da fisso al numero 45597. Il progetto sarà gestito direttamente dal Prof. Zamboni, dell'Univ. di Ferrara, che da anni si occupa di una teoria che vede la CCSVI (malattia vascolare determinata dal malfunzionamento delle vene responsabili del drenaggio del sangue dal cervello) legata alla Sclerosi Multipla, malattia del sistema nervoso centrale di cui ancora non si conosce la causa. Per una serie di motivi che varrebbe la pena approfondire, la teoria di Zamboni viene ostacolata da una buona parte della neurologia (in particolare in Italia) senza addurre studi scientifici condotti con la dovuta imparzialità. Per contro, molti studi (condotti in tutto il mondo) sembrano confermare che l'apparato vascolare giochi un ruolo importante nella SM. La mia esperienza in merito, per quanto statisticamente non significativa, mi fa pensare che sia urgente e prioritario approfondire le "intuizioni" di Zamboni.
Ho avuto anch'io una diagnosi di CCSVI. Vale a dire che è stato osservato con un Eco Color Doppler che le mie vene giugulari erano strozzate e il sangue, dal cervello, aveva difficoltà a tornare al cuore. Ho avuto la fortuna di fare un intervento di dilatazione delle vene occluse (PTA) che ha risolto non pochi dei miei problemi. Purtroppo una delle due vene, anche dopo una seconda PTA, continua a fare le bizze, rimandando indietro il sangue che cerca di scappare via dal cervello.
I benefici che ho sperimentato dopo gli interventi sono stati molto importanti (direi entusiasmanti) ma purtroppo non duraturi. Mi sento di sostenere però che "qualcosa c'è!", una connessione tra CCSVI e SM è evidente. E merita di essere approfondita.
Non escludo che anche i miei clamorosi benefici, che sperimento a seguito di intense nuotate, abbiano tra le spiegazioni una forte componente vascolare.
Per questo vi chiedo di sostenere con un contributo i Sogni Coraggiosi del Prof. Zamboni e di tutti i malati di sclerosi multipla.

E credo che sia un sogno, coraggioso ma obbligato, di tutti noi quello di sostenere e pretendere ricerche mediche INDIPENDENTI, senza pregiudizi né interessi di parte.
Vi ringrazio.
45597 :-)
Antonello



English version
From the 1st to the 15th of February it will be possible to contribute to the BRAVE DREAMS charity project by sending an sms or by calling 45597. The project will be managed directly by Prof. Zamboni of the Ferrara University. He has been defending his theory for years. He postulates that the CCSVI (vascular sickness defined by the malfunctioning of the blood draining veins in the brain) is linked to Multiple Sclerosis, which is tied to the central nervous system. For a series of reasons, Zamboni’s studies are being interrupted by a good part of Italian neurologists and this happens without proof of scientific studies. Other studies seem to confirm that the vascular apparatus may play a very important role in MS. My experience tells me there’s an urgency in going in depth in regards to Prof. Zamboni’s studies. http://fondazionehilarescere.org/
I have also been diagnosed with CCSVI. After an Eco Color Doppler exam, my jugular veins were ‘suffocated’ and the brain blood had difficulties making its way back to the heart. I was lucky to undergo a vein dilation operation (PTA) which has fixed quite a few problems. Unfortunately, one of the 2 veins, after a second PTA, still is not functioning as it should by sending the back the blood that tries to escape from the brain.
The benefits I have experienced after the operations have been very important (exciting actually) but unfortunately not persistent. I feel “something is there!”, there must be a connection between CCSVI and MS. It must be studied.
I do not exclude that benefits on my body, arising from intense swimming sessions, might be linked to vascular behaviors. http://www.youtube.com/watch?v=KoeaU-iinww

This is why I ask you to sustain Prof. Zamboni’s brave dreams and those of all people suffering from Multiple Sclerosis.
I also believe it is a dream for every one of us that of performing INDEPENDENT medical research without prejudice or interest coming from any side.
Thank you.
45597
Antonello
www.fondazionehilarescere.org

lunedì 23 gennaio 2012

Primo bagno a mare e primo "miracolo" del 2012/ Eng. version

Oggi ho fatto il primo bagno a mare del 2012. L’acqua non era per niente calda… ma ho deciso di nuotare ugualmente. Forse spinto in parte dallo scoramento e dal malumore di quest’ultimo periodo. Nel mio paese, infatti, pur essendoci una piscina coperta, non sono ancora riuscito ad ottenere il permesso di accedervi poiché alcuni intoppi burocratici (a me, sinceramente, incomprensibili) mi negano tale possibilità. Pare che ci sia una certa resistenza ad assumersi la responsabilità di farmi nuotare in una piscina. Per questo si assumono quella di costringermi a nuotare a mare, in pieno inverno!
Tant’è. Stamattina, vista la buona giornata, ho deciso di mettere costume e occhialini e ho nuotato per una buona mezz’ora. I primi dieci minuti le mie gambe erano rigide come il ferro, complice anche il gelo dell’acqua. Inizialmente le punte dei piedi rimanevano rigidamente orientate in allungamento e mi risultava impossibile (come sempre) flettere l’anca richiamando le ginocchia verso il busto. Mi sono imposto di respirare ogni due bracciate e forzare l’andatura (in stile libero) in modo da raggiungere presto l’affanno.
Dopo 10 minuti ho iniziato a flettere le caviglie e richiamare le punte dei piedi con estrema libertà. Dopo altri cinque minuti di bracciate le ginocchia e le anche hanno iniziato a rispondere ai miei ordini. E’ stato incredibile riuscire, improvvisamente, a nuotare a rana, richiamando entrambe le gambe perfettamente a martello. Non mi succedeva da circa un anno e mezzo.
Al ritorno a riva mi sono alzato in piedi e sono uscito tranquillamente dall’acqua (dove ero entrato a quattro zampe…). Mi sono asciugato, ho fatto qualche minuto di allungamenti e poi ho passeggiato per la solita mezz’ora. Nel frattempo ho sperimentato che anche la forza nella mano sinistra, “normalmente” molto ridotta, è tornata a consentirmi di stringere cento volte (per tre ripetizioni) la mia pallina di gomma che “normalmente” non riesco a stringere per più di dieci volte…
Un miracolo? No, non credo proprio. Ritengo, invece, che tutto ciò abbia a che fare con quanto sostenuto dal Prof. Zamboni e dai suoi collaboratori in uno dei suoi più recenti articoli dedicati al drenaggio venoso del cervello.
DOES THORACIC PUMP INFLUENCE THE CEREBRAL VENOUS RETURN?
pubblicato lo scorso 15 dicembre dalla prestigiosa rivista medica Journal of Applied Physiology.
Tuttavia al mondo medico non sembra interessare molto che io riprendo a camminare dopo cinque anni di disabilità, così come appare (in gran parte) infastidito dalle intuizioni e dalle ricerche del Prof. Zamboni.
Siamo tutti sicuri che vogliamo lasciarci trattare così?

English version
First swim in the sea and first “miracle” of 2012
Today I did my first 2012 swim in the sea. The water was not warm.. but I decided to swim anyway. Maybe pushed by the sadness and the difficulties of this past period of time
The swimming pool our town has cannot be accessed by me for some bureaucratic issues (to me completely incomprehensible). It seems no one is bold enough to take responsibility of me swimming in the pool. In this way, the responsibility they take is that of forcing me to swim in the sea, in full winter!
That’s that. This morning, given the good weather, I decided to wear my bathing suit, goggles and swam for a good half hour. The first 10 minutes my legs were rigid as iron, possibly also given the freezing temperature of the water. Initially the tips of my toes were stiff and straight, as a consequence, it was almost impossible for me (as usual) to bend my hips and push my knees towards my chest.
I imposed on myself to breathe every two arm strokes and to force a free style swim so that I could quickly reach breathlessness.
After 10 minutes I started to bend the ankles and to move the tips of my toes. After other 5 minutes the knees and the hips started moving at my orders. It has been incredible to also be able to swim breast stroke style moving both legs in the correct manner. The last time this happened to me was probably one year and a half ago.
As I returned ashore, I stood up and walked out of the water (when otherwise I would be crawling…) I dried myself up, stretched and walked around for half an hour. In the meanwhile I also noticed a regain of strength on my left hand which is usually reduced. I could tighten my fist 100 times (in 3 repetitions) using my rubber ball which I usually cannot squeeze more than ten times…
A miracle? No , I really don’t think so. I believe all this has to do with what Prof. Zamboni postulated in one of his most recent articles dedicated to blood circulation in the brain: “DOES THORACIC PUMP INFLUENCE THE CEREBRAL VENOUS RETURN?” , published last 15 December in the prestigious Journal of Applied Physiology.
Nevertheless, it seems the medical world is not interested in my achievements after 5 years of disability. Same world which seems bothered by Prof. Zamboni’s research and intuitions.
Are we all sure we want to be treated this way?

venerdì 6 gennaio 2012

Alcune testimonianze

Riporto alcune testimonianze emblematiche raccolte dopo la pubblicazione del video
http://www.youtube.com/watch?v=KoeaU-iinww


Testimonianza del 12 nov 2011

Ciao Antonello, ho visto il tuo video, e devo dirti che sei stato "geniale" nel farti riprendere..
Io mi chiamo XXXX , ed ho sperimentato esattamente le tue momentanee liberazioni, me ne sono reso conto  questa estate, ho provato per più giorni consecutivi e capitava esattamente la stessa cosa che capita a te, logicamente con differenze legate alle condizioni fisiche, ma di direi che più o meno siamo messi allo stesso modo.
La cosa che ci differenzia è che a me questa momentanea liberazione capita anche la sera verso le 10,30/ 11, direi quasi tutte le sere, e qui i bagni non centrano nulla, ma la sensazione oggettiva di regressione è la stessa.
Io ho la sm dal 2001 diagnosticata, e nel 2011 cioè quest'anno ho fatto tre volte l'intervento di pta alle giugulari ed in due casi ho riscontrato grossi benefici, e dopo 'ultima mi sono reso conto in maniera ripeto oggettiva che di sera e dopo i bagni estate regredisco totalmente, ma non avevo preso in considerazione il "problema " temperatura acqua e temperatura esterna...
E' solo grazie al tuo video che ho valutato la cosa, ed è cosi, ho anche letto chi diceva che il freddo aumenta la conducibilità, ma come dici tu anch’io se sono al freddo non noto nessuna differenza.

Testimonianza del 1 ott 2010

Carissimo Antonello, anche io miglioro dopo una nuotata. … anche per me è così. es. se vado in bicicletta, se corro, insomma se eseguo attività fisica all'aria aperta, non riscontro gli stessi benefici che ottengo quando nuoto o faccio attività fisica in immersione.

Testimonianza del 20 set 2010
Ciao antonello.
La nostra esperienza è iniziata a giugno con i primi bagni, e con i primi ragionamenti relativi alla ccsvi.
Discutevamo sul fatto che se il fattore circolazione è importante sarebbe stato bello provare ad aumentare la pressione sanguigna o provare qualche potente vasodilatatore. le prime idee erano andare a correre e prendere una pasticca di viagra, ma la sclerosi non ti permette di fare tanto esercizio fisico, purtroppo la stanchezza ti impedisce certe cose e quella del viagra è morta sul nascere.... =)
La malattia alla mia ragazza è stata diagnosticata due anni fa, passammo quell'estate al mare con le precauzioni che il neurologo ci disse di prendere, cioè di non prendere troppo sole, di non stare troppo al caldo e di bagnarsi continuamente. quindi bagni continui, ma nessun effetto positivo sulla stanchezza e sull'intorpidimento alle gambe ne sul mal di schiena. quest'anno invece in seguito ai ragionamenti fatti abbiamo provato a fare un po’ di sforzo in mare facendo nuoto, e dopo circa 15/20 minuti di nuoto (faceva in stile libero 10/15 bracciate si fermava e poi ripeteva questa cosa 5/6 volte) sentiva una sensazione bellissima come una maggiore lucidità mentale, dopo circa 10 minuti cominciava a sentire formicolio alle gambe e il mal di schiena passava, l'irrigidimento alle gambe passava la vista migliorava e c'era anche un problema alla vescica che sembrava migliorare. il beneficio durava parecchio, se il bagno veniva fatto verso le 17.00 quando cioè non faceva molto caldo, questa sensazione di benessere perdurava fino a 3 giorni, chiaramente scalava lentamente e l'ultimo giorno ricominciava il mal di schiena e gli altri malanni, ma il primo giorno era una benedizione. … Non abbiamo mai trovato l'acqua molto fredda, anzi era abbastanza calda (anche se quando entravi in acqua inizialmente sentivi che faceva più freddo). ma i benefici erano sempre gli stessi chiaramente più nuotavi meglio era, perchè quando faceva piccole nuotate (come un giorno che c'era un po’ di onda e ha nuotato poco) i benefici erano minori in quanto ad intensità, la durata era più o meno la stessa, ma chiaramente era come se non avesse fatto scorta sufficiente, più faceva nuotate lunghe con un buon ritmo della respirazione (a fine estate arrivava fino a 25 bracciate consecutive ripetute almeno 4/5 volte) più il beneficio era potente. …  siamo stati quest'inverno in montagna, dove faceva freddo da -1 -2 ma tale condizione non faceva sparire ne il mal di schiena ne il torpore alle gambe, ne migliorava la vista, e comunque nessuna delle sensazioni provate dopo una seria nuotata in mare.